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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 23:49
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19/08/2023 14:41

Anche nel 2023 il massimo campionato di Serie A torna nella settimana di ferragosto.
Ad aprire le danze gli anticipi del tardo pomeriggio di oggi (18:30) le partite tra Empoli e Verona e tra Frosinone (neo promossa ma non matricola di Serie A) e Napoli (campioni d'Italia in carica). La prima giornata (anche quest'anno con calendario asimmetrico) si concluderà lunedì sera con la partita tra bologna e Milan.
Con il mercato estivo ancora aperto a nuovi colpi milionari, la scena però è stata presa dall'affare Mancini che da ferragosto ha occupato le prime pagine dei quotidiani sportivi. Solo oggi, dunque a ridosso dell'inizio del campionato, è stato ufficializzato dalla federazione il nome di Luciano Spalletti, ex del Napoli, come nuovo c.t. azzurro dopo la clamorosa "pec" con cui Roberto Mancini si è dimesso dall'incarico nel bel mezzo di una delicata fase di qualificazione ai prossimi europei (rischiamo, da campioni in carica, di saltare anche il prossimo europeo dopo le mancate qualificazioni agli ultimi due tornei mondiali, una proprio con mancini sulla panchina azzurra). A tener banco non è il nome di Spalletti, preferito ad Antonio Conte anche per questioni economiche di ingaggio, ritenuto l'uomo giusto per questo momento particolare in cui versa il calcio italiano, ma le vicissitudini contrattuali col patron partenopeo per via delle clausole che Spalletti dovette accettare per lasciare la panchina del Napoli appena campione d'Italia. Una penale di 3,5 milioni di euro che De Laurentiis non vuole abbuonare a Spalletti "non per vil denaro ma per principio". E molti sono concordi con la vecchia volpe napoletana. Ora Spalletti, che ha accettato un triennale di 3,5 milioni a stagione, dovrà o pagare (anche in come rate) o adire al contenzioso legale giacché la clausola è aggirabile per il fatto che la panchina della nazionale non è un competitor in senso stretto di un club come il Napoli. Vedremo.

Restando al campionato, con il mercato ancora aperto, le previsioni dei favoriti mettono ancora al primo posto il Napoli che ha tenuto stretto il suo campionissimo Victor Osimhen e pare aver tamponato tamponato bene l'addio del coreano Kim in difesa. Poche ma ben studiate le mosse della dirigenza napoletana anche dopo la partenza del ds Giuntoli (chiesto dalla juventus per risollevarsi) e di Spalletti, sostituito da Rudi Garcia.
Poi l'Inter del dopo Lukaku. A proposito di Lukaku, altro colpo grosso che stava per concretizzarsi con lo scambio Chelsea-Juve con Dusan Vlahovic in contropartita tecnica più bonus in euro, pare che dopo essere stato scaricato dai nerazzurri e persa l'occasione Juve possa ancora giocare in Italia. In prestito. Intanto l'Inter ha preso Juan Cuadrado appena scaricato dalla Juventus e comunque la società nerazzurra è stata tra le più vivaci sul mercato, insieme alla Lazio (altra favorita, nonostante i debiti di Lotito).
La Juventus ha mosso, sia in entrata che in uscita, il mercato dei giovani e giovanissimi. Di qui anche la grana Bonucci, scaricato e messo fuori rosa da Allegri, per questioni di età. Allegri punta al recupero fisico di Pogba mentre l'altro candidato a lasciare i bianconeri ad inizio estate, cioè Federico Chiesa, forse potrebbe trovare ancora spazio nei progetti del Max bianconero. Più sicuro di avere una maglia da titolare è senza dubbio Vlahovic (acclamato anche dal tifo bianconero nei giorni del possibile scambio con Lukaku). Dopo la tempesta giudiziaria durante lo scorso campionato, con l'altalena dei punti tolti, restituiti e poi tolti nuovamente, la società piemontese è in forte ristrutturazione in ogni suo reparto. Spese pazze non se possono fare più e i mancati introiti dalle competizioni europee dopo la squalifica decisa dall'Uefa per un anno aggravano il bilancio già passivo di suo e oltretutto aggravato dalle multe che si dovranno pagare per chiudere i conti con la giustizia sportiva italiana, di qui la scelta obbligata di tenere in panchina Allegri e alcuni pezzi pregiati a costo di altrettante cessioni, soprattutto di qualche promettente giovane del vivaio. In compenso Wojciech Szczesny resta tra i pali bianconeri, tra i pochi ad aver resistito alle sirene arabe e dei tanti petrol-dollari con cui gli arabi stanno acquistando a mani basse dal vecchio continente per imbastire un campionato di altissimo profilo tecnico con le vecchie e nuove glorie del recente passato calcistico, da Ronaldo a Neymar da Silva Santos Júnior, noto come Neymar, tanto per citare uno degli ultimi nomi accellenti ad assere approdati a Riad.
Particolare anche il mercato del Milan, forse la vera incognita del campionato che sta per iniziare. Dopo la clamorosa partenza di Tonali per il Newcastle Utd (inizi di Luglio) di quella che sarebbe dovuta essere la nuova bandiera milanista, anche Rebic, Messias e De Ketelaere sono andati via da Milanello e presto partirà, forse, anche Saelemaekers è in uscita per compensare la ricca (?) campagna acquisti voluta da Pioli (anche lui confermato in panchina dopo i dubbi alla fine della scorsa stagione).
Resta la Roma, ultima tra la cinquina delle favorite alla corsa scudetto, quella più rebus di tutte. A cominciare dal mercato, apparentemente senza colpi particolari, a parte Renato Sanches e Paredes dal Psg. In attesa Muriel e Zapata dall'Atalanta.

Buon campionato 2023/24 a tutti.
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19/08/2023 23:24

Purtroppo il nuovo campionato comincia con la perdita di uno dei suoi protagonisti che hanno fatto la storia del calcio italiano. La notizia della scomparsa a 86 anni di Carlo Mazzone (Sor Carletto, come veniva appellato a Roma) ha preceduto di poche ore l'inizio del torneo con i primi anticipi del tardo pomeriggio.
oops
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19/08/2023 23:29

Bonazzoli entra e dopo 6' segna al debutto:
il Verona sbanca Empoli



La prima sfida-salvezza della stagione va all'Hellas,
dopo che nel primo tempo i toscani erano andati vicini al vantaggio
con la traversa di Marin e la ghiotta occasione di Gyasi


Matteo Pierelli

Entrato da pochi minuti, Federico Bonazzoli mette subito il timbro sulla sua nuova avventura al Verona, regalando tre punti d’oro ai gialloblù. L’ex attaccante della Salernitana, a un quarto d’ora dalla fine, sfrutta alla perfezione un’uscita a vuoto di Caprile e deposita in rete una palla che fa volare l’Hellas. Siamo solo alla prima giornata, ma questa vittoria contro l’Empoli pesa parecchio visto che i toscani sono una diretta rivale dei gialloblù per la salvezza. Per la squadra di Zanetti un’altra amarezza dopo l’inaspettata eliminazione dalla Coppa Italia contro il Cittadella, ma va detto che i toscani sono stati anche sfortunati: la traversa di Marin, le parate di Montipò e l’incredibile errore di Gyasi nel primo tempo sono stati fatali.

FACCE NUOVE — Si parte con parecchi nuovi acquisti da una parte e dall’altra: Caprile, Gyasi e Cancellieri nell’Empoli, Mboula e Folorunsho (che ha sostenuto le visite solo tre giorni fa) nel Verona. La prima fase è di studio, il caldo afoso non aiuta, eppure dopo otto minuti c’è la prima grande occasione della partita: gran botta di Marin dalla distanza, Montipò con un miracolo riesce a deviare il tiro sulla traversa. Il portiere del Verona è in grande forma e cinque minuti dopo riesce a respingere anche il tentativo di Caputo da posizione decentrata. I padroni di casa spingono di più, il Verona invece punta soprattutto sulle ripartenze. Il cooling break arriva, doveroso, al 25’ e proprio alla fine del primo tempo si concretizzano due fiammate: i gialloblù, dopo un’azione prolungata, sono pericolosi con Ngonge che in spaccata prova a impensierire Caprile che però fa buona guardia. Dall’altra parte, invece, è Gyasi a mangiarsi un gol già fatto, dopo un bell’assist di Baldanzi: l’ex Spezia, a tu per tu con Montipò, conclude incredibilmente alto.

DECISIVO — L’inizio della ripresa è più dimesso, con i ritmi che si abbassano. L’Empoli si affida alla qualità di Baldanzi che al 60’ viene steso al limite dell’area da Magnani. Sulla punizione ci prova ancora Marin, ma il suo pallone esce di poco. Sul capovolgimento di fronte è Doig ad avere una buona palla, ma il suo sinistro in diagonale si spegne a lato. Poi al 70’ Baroni butta dentro Bonazzoli, Saponara e Djuric e la partita cambia. Il Verona prende coraggio, alza il baricentro e trova il gol della vittoria grazie a un errore di Caprile che esce male su azione da calcio d’angolo e lascia la palla a Bonazzoli, che al 75’ non perdona. L’Empoli si gioca il tutto per tutto, un paio di accelerate di Baldanzi spaventano l’Hellas che però alla fine riesce a conquistare una vittoria dal peso specifico elevato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/08/2023 23:33

Il Napoli riparte da Osimhen: super doppietta ed è 3-1 a Frosinone

Laziali avanti al 7' col rigore di Harroui, pari campano con Politano.
Sempre nel primo tempo il guizzo del nigeriano che completa l'opera nel finale


Maurizio Nicita


Eravamo rimasti a un Napoli vincente e a un Osimhen trascinatore a suon di gol. Nell’esordio a Frosinone di Garcia la squadra campione ha ripreso il discorso da dove lo aveva interrotto alla fine dello scorso torneo. Il caldo, una preparazione ancora approssimativa non hanno mostrato un Napoli bellissimo, ma complimenti anche a Di Francesco che schiera un Frosinone coraggioso e che per un’ora prova a reggere il confronto. Dalla Ciociaria però parte il messaggio forte e chiaro: i campioni con Osimhen (e Gabri Veiga in arrivo) vogliono continuare a vincere su tutti i fronti.

CHE INIZIO! — Chissà cosa è passato per la testa di Garcia dopo i primi 5’ sulla panchina del Napoli. Il tecnico per preservare Anguissa decide di far esordire lo svedese Cajuste e il ragazzo che fa? In area spazza via un pallone ma in maniera scomposta, prendendo anche la gamba di Baez. Marcenaro ci pensa un attimo, poi probabilmente dall’auricolare arriva il giusto suggerimento: l’arbitro indica il dischetto. Da dove il marocchino Harroui è freddo e spiazza Meret. Frosinone avanti ed entusiasmo alle stelle per la squadra di Eusebio Di Francesco che spinge i suoi a una grande aggressività. Che in avvio un Napoli, sornione e un po’ svogliato (abbiamo visto un passaggio sbagliato di Lobotka dopo anni!), subisce. Nonostante il pressing avversario gli azzurri non concedono altre occasioni ma faticano a trovare spazi perché i padroni di casa si chiudono bene e il giro palla è troppo lento per impensierire i neo promossi.

RIBALTONE — A metà tempo però il Napoli ricorda il proprio background e comincia ad aggredire cercando profondità e alla prima azione vera ecco il pari. Rrahmani conquista palla in mezzo e la dà a Raspadori che cerca la profondità per Osimhen, i gialli respingono ma sono messi male e al terzo rimpallo al volo di sinistro Politano è perentorio. Passano 10’ e in un’azione tatticamente simile è Raspadori a segnare. Ma il Var annulla per un fuorigioco iniziale di Cajuste. Poco male perché il Frosinone cerca sempre di tenere i ritmi alti ma emergono la qualità e il carattere dei campioni. Soprattutto dei due protagonisti del gol del sorpasso: Di Lorenzo che va a conquistarsi una palla di forza, la mette in mezzo per Osimhen che senza manco guardare la porta scaglia un destro potentissimo e segna.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/08/2023 23:37

La Fiorentina strapazza il Genoa:
gioco, spettacolo e 4 gol, Italiano sorride



Nel giorno della prima panchina in A di Gilardino, i viola dominano l'incontro.
Di Biraghi, Bonaventura, Gonzalez e Mandragora le reti,
con gol della bandiera di Biraschi per il 4-1 finale


Filippo Grimaldi

Una Fiorentina da favola, un Genoa da incubo, travolto (1-4) da un avversario in dominio assoluto e che già a metà gara, con le reti di Biraghi, Bonaventura, Gonzalez (prima dell’ultimo sigillo di Mandragora) aveva messo in cassaforte la vittoria. Nelle intenzioni del presidente Commisso questo deve essere l’anno della consacrazione per la squadra di Italiano, alla terza stagione sulla panchina viola: se queste sono le premesse, ha totalmente ragione lui, perché la Fiorentina è stata bella e concreta al tempo stesso. Il Genoa di Alberto Gilardino, che a metà del campionato scorso aveva pilotato una squadra in affanno verso la promozione diretta in A, è piombato presto nell’incubo e non è più riuscito a rientrare in partita. Ma serviranno nuovi esami prima di valutare i rossoblù, al netto delle difficoltà enormi palesate a Marassi anche sul piano caratteriale, almeno sino a metà gara. Troppe le assenze pesanti (Strootman e Vogliacco) e gli innesti last minute ancora non disponibili (oltre a Messias, infortunato, anche Malinovskyi, presentato ieri prima del fischio d’inizio) per avere un quadro reale della situazione di una squadra alla quale hanno dato fiducia quasi 28 mila abbonati. Prova ne sia la panchina cortissima, con appena sette uomini di movimento e che infatti non ha cambiato l’inerzia della partita. Tutta un’altra storia, la squadra di Italiano: che approccia la gara in maniera perfetta, mostra solidità in difesa (che bravo la novità Kayode a destra, preferito a Dodo), e dalla trequarti sfrutta le incursioni di Brekalo e Gonzalez oltre alle sponde di Nzola, con un sontuoso Bonaventura al centro.

MONOLOGO — Eppure Retegui illude il Genoa in partenza servendo in area un pallone prezioso su un tacco di Gudmundsson, senza però trovare compagni pronti alla deviazione. Sulla ripartenza ospite, arriva il gol-capolavoro di Biraghi, innescato da Nzola, e bravo ad evitare prima Frendrup e poi Biraschi prima di battere Martinez sul primo palo. Coordinazione perfetta, pallone nell’angolino alto sul primo palo. Il Genoa accusa il colpo, la Viola ne approfitta. E sei minuti dopo Bonaventura firma il raddoppio raccogliendo sotto porta il pallone ribattuto dal palo sulla conclusione di Gonzalez lanciato da Brekalo. Due a zero dopo undici minuti e per il Genoa diventa davvero tutto in salita. Una Viola cinica, che viaggia a ritmo altissimo e sfrutta Nzola centravanti che fa la sponda per le incursioni degli esterni. E il Genoa fatica a tornare in partita, perché in questa versione così d’emergenza non ha la qualità sufficiente per reggere l’urto. Manca la reazione, e la Fiorentina si infila a piacere negli spazi lasciati liberi dai rossoblù. E così arriva prima dell’intervallo (40’) il terzo gol di Gonzalez con un colpo di testa su corner di Biraghi.

DA APPLAUSI — Troppo facile. Una lezione di calcio davanti alla quale il Genoa non riesce a sfruttare la reazione di Gudmundsson, l’unico dei rossoblù che prova a lavorare senza sosta anche per aiutare la mediana. Retegui, attesissimo, è chiuso nella morsa di Milenkovic e Ranieri. Non è serata, anche per lui. La ripresa non cambia la situazione. La gara viene sospesa un minuto per il lancio di un fumogeno in campo dalla gradinata genoana. Gilardino prova nel frattempo a passare al 4-4-2, abbassando Martin e allargando Frendrup a sinistra. Bonaventura serve Mandragora che di testa firma il quarto gol. Biraschi (assist di Frendrup) accorcia, ma la gara di fatto è chiusa. Gilardino passa al 4-3-2-1, piazzando Gudmundsson ed Ekuban dietro a Retegui. Tutto inutile. Fiorentina in gestione, torna a casa con il cuore gonfio di certezze che questa potrebbe essere davvero la sua annata, pronta a dimostrarlo anche nel prossimo playoff di Conference. Il duello da Superclasico fra Retegui e Beltran? Rimandato: il genoano non fa male, l’attaccante viola entra troppo tardi. Ma sa di essere entrato in una corazzata.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/08/2023 23:41

Inter, è subito super Lautaro: la sua doppietta stende il Monza



L'attaccante argentino segna un gol per tempo:
brianzoli mai pericolosi, Inzaghi parte con una vittoria convincente


Matteo Nava


Lautaro Martinez segna e l’Inter vince. Nell’assioma che tanto fa felici i tifosi nerazzurri, una differenza con la stagione 2022-2023 c’è: il Monza non è più un tabù, visto che il 2-0 del Giuseppe Meazza matura senza sforzi eccessivi, mentre lo scorso anno i brianzoli avevano fermato la squadra di Simone Inzaghi sia all’andata che al ritorno. Invece la terza gestione dell’allenatore piacentino si apre con il Toro che firma i primi tre punti con un tap-in per tempo, mentre Yann Sommer non deve mai scomodarsi dal turno di pattuglia.

I MESSAGGI DEL MEAZZA — Se il Monza di Raffaele Palladino si presenta a sorpresa con il debuttante in Serie A Mirko Maric – 28enne croato – come punta centrale, l’Inter è quella che ci si aspettava da giorni: esordiscono Sommer e Marcus Thuram, gli altri innesti attendono il battesimo dalla panchina. In biancorosso non mancano le vecchie conoscenze Danilo D’Ambrosio e Roberto Gagliardini, omaggiati da Javier Zanetti prima della partita con una maglia celebrativa ciascuno: applauditissimo il primo, fischiato il secondo. Il campionato interista si apre con una fugace contestazione della Curva Nord (“società: rispetto per gli interisti” scritto su uno striscione, più un quarto d’ora senza tifo) e con un commovente minuto di raccoglimento per Carlo Mazzone, equamente suddiviso in trenta secondi di silenzio assoluto e in altrettanti di unanime applauso.

UN CAPITANO — Thuram si prende in manovra i primi applausi e Mkhitaryan scocca alto il primo tiro della stagione nerazzurra, ma a San Siro bastano 8 minuti scarsi per esultare: la catena di destra funziona a meraviglia, dalla fascia Denzel Dumfries serve in mezzo all’area un assist rasoterra e Lautaro comincia il campionato come aveva concluso quello scorso: segnando, con un puntuale tap-in. I brianzoli cercano di abbozzare una reazione, ma Sommer non deve mai davvero sforzarsi nel suo primo tempo da nerazzurro, mentre alla mezz’ora Federico Dimarco flirta con il raddoppio sfiorando il palo con un mancino potente. L’Inter non è perfetta, ma al Monza manca terribilmente una punta: Maric, ingabbiato, non punge mai e naviga lontano dalla porta.

FIRMATO, LAUTARO — I dolori di Matteo Darmian a causa di una botta alla caviglia non preoccupano e dopo l’intervallo tornano in campo i 22 titolari, con il Monza che fa tremare subito San Siro quando Hakan Calhanoglu si immola in scivolata per schermare un tiro pericolosissimo di Georgios Kyriakopoulos. Il brivido serve all’Inter per tornare pericolosa: Dimarco manda un avvertimento con il solito mancino caldo, così al 61’ Palladino prova a ridisegnare l’attacco. Mota Carvalho si riprende il posto mal gestito da Maric, Patrick Ciurria avanza sulla trequarti quando Samuele Birindelli rileva un acciaccato Andrea Colpani.

I DEBUTTI — Subito dopo un gol sfiorato da Thuram – non arriva in scivolata su un pallone velenoso di Dumfries –, Inzaghi mischia le carte con un triplo esordio: doppio cambio sulla fascia con Juan Cuadrado e Carlos Augusto, più l’ingresso di Marko Arnautovic per il francese figlio d’arte. Si fanno da parte anche gli ex D’Ambrosio e Gagliardini per Pedro Pereira e José Machin, ma ai brianzoli manca un ingranaggio nel meccanismo. Non arriva al tiro e dietro soffre, troppo. Al 76’ ancora Lautaro raddoppia, aspettando con la solita fame un bel pallone di Arnautovic: tocco facile facile da due passi e 2-0. L’argentino esulta ancora, sorride e lascia il campo a Davide Frattesi, con Henrikh Mkhitaryan avanzato a seconda punta. Gli ultimi minuti sono giusto una piacevole ninna-nanna al vincente esordio stagionale, interrotta soltanto dal debutto di Yann Bisseck, per Darmian, e da una chiusura di Luca Caldirola su Carlos Augusto tra qualche moderato sussulto. Tre punti, il Meazza che canta, il Toro che incorna. Gongola Inzaghi, è bello ricominciare così.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/08/2023 22:23

Eterno Candreva, risorge Belotti.
Ma la Salernitana blocca la Roma: 2-2



I giallorossi passano con il Gallo, poi soffrono e vanno sotto,
ma ancora l'ex granata di testa fissa il risultato.
Debutto per Paredes e Renato Sanches


Andrea Pugliese

Belotti chiama, Candreva risponde. Roma e Salernitana si dividono la posta in palio ed a firmare il pareggio sono due degli uomini più attesi: Belotti perché non segnava da 34 partite di campionato, Candreva perché c’era da capire se potesse prendere ancora per mano la Salernitana. La Roma, a conti fatti, evita la sconfitta in extremis, ma paga la mancanza di fantasia a causa delle squalifiche di Dybala e Pellegrini. La Salernitana, invece, non riesce a difendere fino in fondo quanto capitalizzato in precedenza, ma se ne va comunque a casa felice e contenta. A differenza della Roma.

BOTTA E RISPOSTA — Mou conferma il 3-5-2, Spinazzola vince il duello con Zalewski e l’Olimpico è un pieno d’amore per il ritorno in panchina di Bruno Conti 18 anni dopo a sua ultima volta e l’ultimo commosso saluto a Carletto Mazzone, tra cori, ovazioni, immagini sui megaschermi. Poi si parte, con la Roma che fa fatica a trovare spazi tra le linee e allora cerca di sfondare sulle fasce, più a sinistra che a destra. Operazione vana, che fa ripiegare i giallorossi nella ricerca della verticalità, sul filo del fuorigioco. E proprio così Belotti segna due volte, quasi in fotocopia, nello spazio di 9 minuti. Ma il primo gol gli viene annullato per fuorigioco di mezzo piede, il secondo è buono. Sembra tutto in discesa, ma a complicare i piani è Mancini, che prima si divora il 2-0 da due passi a porta vuota e poi sbaglia l’anticipo in uscita, lasciando a Candreva la palla del pareggio (uno contro su Smalling e tiro che non lascia speranze a Rui Patricio). Il problema della Roma è proprio l’assenza di qualità nelle giocate, con il solo Aouar che regala un paio di finezze. Dall’altra parte, invece, la Salernitana ha trovato il massimo con il minimo sforzo, sfruttando l’errore del difensore giallorosso.

GENIO CANDREVA — Nella ripresa si riparte e neanche il tempo di rifiatare che Candreva piazza un altro colpo di rara bellezza: cambiogioco di Bradaric, stop di destro e tiro a giro di sinistro dall’angolo alto dell’area di rigore. Una volta in vantaggio, la squadra di Sousa si raggomitola ancora di più su se stessa, ma la Roma non riesce a trovare mai idee vere e si affida solo al lancio lungo, spesso innocuo. Così a metà ripresa Mou cambia tutto, mandando dentro insieme Paredes, Sanches, Zalewski e Karsdorp: con i nuovi la Roma ritrova energie e inizia ad accelerare. El Shaarawy colpisce l’incrocio, Belotti fa 2-2 su angolo di Paredes, poi il Gallo ha anche la palla della vittoria, ma ci arriva esausto. Quindi l’assedio finale prevede anche una mischia salvata in extremis da Fazio e in tiro di Sanches di poco alto. Si chiude con 12 tiri a 3 per la Roma e un possesso palla maggiore per i giallorossi (60%), cosa inusuale per le squadre di Mourinho. Ma la Salernitana torna a casa felice, la Roma molto di meno.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/08/2023 22:44

Atalanta, è subito show di De Ketelaere:
va a segno nel 2-0 in casa del Sassuolo



Il belga in prestito dal Milan entra nel secondo tempo, come Scamacca,
e firma i primi tre punti del campionato della Dea.
Nel recupero Zortea chiude il match con uno splendido raddoppio


Andrea Elefante

Pronti via, è già l’Atalanta di Charles De Ketelaere. E lo sarà presto anche di Gianluca Scamacca, per quanto si è visto ieri. Ma la copertina di questa vittoria dell’Atalanta (la sesta negli ultimi sei debutti in campionato) è tutta per il belga, che non aveva mai segnato in tutta la stagione con la maglia del Milan e più di 500’ dopo l’ultimo gol l’ha ritrovato subito con la sua nuova squadra, sbloccando una partita che si stava facendo scivolosa, con un colpo di testa da centravanti, dopo aver già sfiorato l’1-0, respinto solo dalla traversa. L’urlo della Dea sembrava spezzarsi in gola lì, come già nel primo tempo per un gol salvato sulla linea da Maxime Lopez, ma la pressione nerazzurra e la qualità messa in campo da Gasperini con i due nuovi attaccanti ha spezzato la resistenza di un Sassuolo che aveva tenuto botta con coraggio, ma sempre più in affanno. E non era stato facile, navigando nelle difficoltà del momento di mercato, fra vicenda Berardi e squadra in via di completamento.

LE SCELTE — Dionisi, che ha Tressoldi squalificato, Berardi in stand by per vicende di mercato, Racic e Pedersen ancora non disponibili per motivi di transfer e accordi da rifinire, conferma integralmente la squadra che ha (faticosamente) passato il turno di Coppa Italia contro il Cosenza. C’è il neo acquisto Viti al centro della difesa con Erlic, Toljan e Vina sulle fasce e nella linea a tre del “nuovo” 4-2-3-1 alle spalle di Pinamonti, al posto di Berardi c’è Defrel, con Bajrami da trequartista e Laurienté a sgommare da sinistra. Gasperini propone un’Atalanta disegnata per dieci undicesimi con giocatori già in rosa la scorsa stagione: l’unico nuovo è Kolasinac, assieme a Scalvini e Djimsiti, con Ruggeri preferito a Bakker sulla fascia sinistra, la diga oranje De Roon-Koopmeiners e Pasalic ad accompagnare la coppia Zapata-Lookman.

PRIMO TEMPO — A dispetto del caldo e dello 0-0 che la chiude, è una frazione tutto sommato vivace, pur senza straordinarie occasioni da gol e con gli errori e le incongruenze proprie del calcio di agosto da parte di due squadre ancora in costruzione. C’è più Atalanta come volume di gioco, ma si vede che il Sassuolo recita palleggiando discretamente un copione piuttosto codificato, al di là del cambio di sistema di gioco rispetto all’anno scorso. A Dionisi mancano ovviamente le illuminazioni di Berardi, perché Defrel a destra è abbastanza abulico e il gioco neroverde pende decisamente a sinistra, appoggiato sugli strappi di Laurienté. Anche la Dea si distende più su quella fascia, mandando Zappacosta a giocare in faccia a qualche affanno di Vina, ma Gasp - in tribuna, squalificato - rimpiange soluzioni più incisive quando il gioco transita vicino all’area avversaria. Musso deve proteggere la porta sostanzialmente due volte, all’inizio e alla fine del tempo, prima su Laurienté e poi su tiro dalla distanza di Henrique; Consigli è ben protetto da Erlic (soprattutto) che mura prima Koopmeiners e poi Lookman, ma anche da Viti e quando ci deve mettere del suo, protegge bene (33’) il palo su Zapata. Che sfiora di nuovo l’1-0 al 45’, quando su corner di Koopmeiners un suo colpo di testa, con deviazione di un difensore neroverde, viene salvato proprio sulla linea da Maxime Lopez.
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SECONDO TEMPO — Gasperini cerca più qualità negli ultimi 25 metri e inserisce subito De Ketelaere, al posto di Zapata. Il tecnico sceglie di iniziare la ripresa senza centravanti puro, ma in realtà il belga va a fare l’attaccante, e così sfiora il gol quasi subito, dopo 4’, schiacciando di testa in modo imperfetto un cross di Ruggeri. Così l’Atalanta ha esorcizzato subito l’ultimo brivido corso, per un tentativo di Laurienté finito alto non lontano dall’incrocio: da quel momento la squadra di Gasperini prende sempre più campo, rischiando qualcosa solo sulle ripartenze neroverdi. Con l’ingresso di Scamacca (17’) la Dea aumenta ulteriormente la pressione e sfiora subito il vantaggio, con un dribbling dell’ex che lascia poi a De Ketelaere un tap in comodo respinto dalla traversa. Ma quando al 38’ Ruggeri, ancora una volta, pennella da sinistra, il belga fa valere i suoi centimetri e il suo colpo di testa è respinto da Consigli oltre la linea. Musso, uscendo bene su Laurienté, spegne le ultime speranze del Sassuolo, vanificate definitivamente dall’ex Zortea, che sfrutta un blitz di Adopo castigando Consigli con un diagonale perfetto sul palo più lontano.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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22/08/2023 00:28

Il Torino non sfonda il muro del Cagliari: è 0-0



La squadra di Juric comincia con coraggio il campionato e si presenta molte
volte dalle parti di Radunovic senza trovare la rete, rossoblù pericolosi con Nandez


Mario Pagliara

Torino e Cagliari stappano l'esordio in campionato preferendo non farsi male. Ne esce un pareggio senza reti e con poche emozioni, tutte concentrate nel primo tempo, mentre nella seconda parte della sfida è prevalsa la stanchezza e le due squadre sono diventate più prevedibili. Ranieri può festeggiare il primo punto per il suo Cagliari neopromosso su un campo difficile, mentre per Juric c'è un pizzico di delusione. Il suo Toro aveva tutto per fare di più contro questo avversario.

ILLUSIONE SCHUURS — Tocca dunque a Torino e Cagliari, e la partenza nella nuova Serie A è nel segno dei tridenti. Ranieri rinuncia al suo annunciato 4-4-2 per adeguarsi al calcio di Juric: 3-4-3 per i sardi, 3-4-2-1 come da protocollo per i granata. Vlasic più Karamoh alle spalle di Sanabria da una parte, Nandez, Oristanio perno centrale e Luvumbo dall'altra. Torino vive il suo primo pomeriggio di campionato avvolto in un'afa infernale: al fischio d'inizio, alle 18.30, ci sono 38,5 gradi. Buono l'impatto del Toro sulla gara: l'interpretazione del possesso è quella giusta (61% all'intervallo), discreta anche la pericolosità offensiva (tre occasioni in 45'), la personalità di Ricci e Ilic nel mezzo c'è nonostante la pressione di Sulemana e Makoumbou, la coppia di mastini di Ranieri. Nemmeno il tempo di prendere posto che Radunovic è chiamato a una grande risposta sulla girata di Sanabria bravo ad agganciare l'angolo battuto da Ilic (siamo al 3'). Dopo diciotto minuti, Schuurs dà l'illusione del gol quando svetta in area (su angolo di Vojvoda): va fuori di un soffio.

VOLA MILINKOVIC — Nella parte centrale, quando il Toro prova ad alzare i giri, ci prova anche Ricci (25') dalla distanza ma senza fortuna. Il Cagliari è, senza dubbio, ben organizzato nonostante questo nuovo vestito consegnatogli da Ranieri per l'occasione. Si difende con puntualità, è molto concentrato nello svolgere il compito sui duelli uomo contro uomo, e prova a capitalizzare le due possibilità che gli capitano. La prima, minuto numero 16: Nandez prova il tiro a giro ma trova sulla sua strada un ottimo Milinkovic. La seconda, a un minuto dall'intervallo, quando Oristanio scappa via a Schuurs ma il suo diagonale muore sui tabelloni.

DUELLI — All'intervallo Juric lascia nello spogliatoio Karamoh, dentro Radonjic. Ranieri risponde all'ora di gioco inserendo Jankto e Shomurodov, poi entrerà anche Pavoletti. Poco prima, una sassata di Vojvoda (15') era stata sì potente ma imprecisa. Nella ripresa il calo delle energie diventa una conseguenza fisiologica del grande caldo. Con meno corsa, aumentano i duelli ravvicinati in tutte le zone del campo, ne risente la qualità su entrambi i fronti. Per ridare brio al Toro Juric pesca dalla panchina Linetty e Pellegri al posto di Ricci e Vlasic. Ma i granata ormai non riescono a sorprendere l'organizzazione del Cagliari.

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 22/08/2023 00:28]
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22/08/2023 00:32

Anche il Milan risponde presente:
Giroud e Pulisic stendono il Bologna

I rossoneri replicano subito ai successi di Inter, Juve e Napoli
con una buona prova archiviata nel primo tempo.
Il nazionale Usa protagonista con un gol e giocate illuminanti.
Emiliani troppo imprecisi in attacco


Alessandra Gozzini


Il Milan partito all’inseguimento ha già raggiunto le altre big in vetta: con ventiquattro ore di ritardo, i rossoneri si uniscono al gruppone di comando. Ritardo azzerato in fretta: dopo venti minuti dall’inizio della nuova stagione, Pioli era già avanti di due. Aveva già mandato in gol Pulisic e permesso a Reijnders di servire un assist. Dai nuovi acquisti subito segnali positivi, confermati in corso di gara.

MILAN IN SCIOLTEZZA — Le formazioni sono quelle annunciate: Milan con tre nuovi acquisti in campo dall’inizio, Bologna che punta Maignan con le incursioni di Zirkzee a cui si aggiunge il sostegno di Moro. Non si può dire che la partenza non sia lanciata: dopo venti secondo Lykogiannis stampa sulla traversa l’invito in profondità di Posch. Sul missile di sinistro Maignan sarebbe battuto e la difesa rossonera chiude poi l’azione in calcio d’angolo. Nei minuti successivi ci si chiede come il Milan possa sfondare la linea difensiva avversaria ed ecco presto servite un paio di risposte: dopo undici minuti Pulisic si libera sulla trequarti, si accentra e disegna un cross mancino sul secondo palo su cui si avventa Reijnders. Dell’olandese l’assist al volo per Giroud: Olivier riapre il conto dei gol chiuso all’ultima giornata della scorsa stagione. Milan avanti. Dopo il tentativo di reazione di Ferguson, ecco la seconda risposta rossonera. Ancora sull’asse Pulisic-Giroud: stavolta l’americano (sotto gli occhi del connazionale Gerry Cardinale in tribuna) avvia il triangolo, che Olivier porta avanti con il tacco e l’esterno ex Chelsea rifinisce con una conclusione perfetta da fuori area. E’ il raddoppio rossonero. Potrebbe esserci anche il tris: Skorupski stavolta si oppone al sinistro al volo di Giroud, al termine di un’altra azione manovrata in velocità del Milan. Una specialità che nel primo tempo ha messo in mostra più volte, con un gioco corale in cui i nuovi acquisti partecipano senza incertezze. Reijnders gioca in verticale, Pulisic crea e spazia, Loftus-Cheek copre: Pioli sembra aver già integrato tre dei nove nuovi. E il Bologna? Replica ancora con Ferguson dal limite dell’area e con il colpo di testa a lato di Posch, nel recupero.

AMMINISTRAZIONE — Nella ripresa Motta cambia subito: fuori l’inconcludente Moro, dentro Orsolini. Il Bologna è certamente più vivace: Ndoye colpisce il palo esterno dopo un quarto d’ora. Poi è Maignan a dire di no prima ad Aebischer (che cerca l’incrocio da destra) poi a Posch, che di tacco ci prova sulla successiva azione d’angolo. A metà tempo entrano Chukwueze e Okafor per il Milan, El Azzouzi nel Bologna. Il resto è amministrazione rossonera (con un lampo di Leao: palo in diagonale) e pochi tentativi rossoblù di riaprire i conti, anche con gli altri cambi. Pioli se ne va con buoni riscontri, raccolti soprattutto nel primo tempo: le accelerate di Theo, da mancino a incursionista centrale, la solidità di Thiaw (molto meno attento Tomori), l’eleganza di Reijnders, la sostanza di Giroud e la classe di Pulisic. Per la prima, può bastare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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22/08/2023 00:33

SERIE A 2023/2023 1ª Giornata (1ª di Andata)

19/08/2023
Empoli - Verona 0-1
Frosinone - Napoli 1-3
Genoa - Fiorentina 1-4
Inter - Monza 2-0
20/08/2023
Roma - Salernitana 2-2
Sassuolo - Atalanta 0-2
Lecce - Lazio 2-1
Udinese - Juventus 0-3
21/08/2023
Torino - Cagliari 0-0
Bologna - Milan 0-2

Classifica
1) Fiorentina, Juventus, Napoli, Atalanta, Inter, Mialn, Lecce e Verona punti 3;
9) Roma, Salernitana, Cagliari e Torino punti 1;
13) Lazio, Empoli, Frosinone, Bologna, Monza, Sassuolo, Genoa e Udinese punti 0.

(gazzetta.it)
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26/08/2023 23:34

L'Atalanta gioca un tempo e non riesce
a rimontare: il Frosinone vince 2-1



La squadra di Di Francesco al 24' è già avanti 2-0 con le reti di Harroui e Monterisi.
Nella ripresa Gasp cambia varie pedine, la Dea torna a girare, Zapata segna.
Ma non basta


Andrea Elefante

Non era stata (tutta) vera gloria quella dell’Atalanta che aveva debuttato in campionato dominando sul campo del Sassuolo: un netto passo indietro della squadra di Gasperini, non solo nell’efficacia offensiva, ma anche nell’approccio, nella solidità, nella concretezza dimostrati una settimana prima. Era stata vera gloria quella del Frosinone alla prima contro il Napoli: prima di crollare sotto i colpi di Osimhen, la squadra di Di Francesco aveva dimostrato idee, condizione atletica, capacità di soffrire: tutto confermato contro l’Atalanta, ma senza distrazioni ed errori difensivi che una settimana prima avevano pesato sul risultato. La vittoria di ieri, costruita su un primo tempo di grande coraggio e forza fisica e una ripresa di sacrificio e resistenza, è legittima e promette un campionato coraggioso. Tanto più visto l’impatto dei nuovi acquisti e la possibilità di completare ulteriormente l’organico nei giorni di mercato che restano. E che anche l’Atalanta potrà utilizzare per rifinire le forze a disposizione di Gasperini.

LE SCELTE — Di Francesco, rispetto alla formazione che ha preso al debutto contro il Napoli, fa un cambio obbligato (il portiere Cerofolini per Turati, squalificato) e due per scelta: subito dentro il neo acquisto Cheddira come terminale offensivo e anche Barrenechea. Il che lo porta a variare anche il sistema di gioco, consolidando il centrocampo: il 4-1-4-1 si rivela un’arma decisiva, con l’argentino davanti alla difesa, Gelli che si allarga sulla destra, ma sdoppiandosi in un lavoro preziosissimo che lo porterà ad alzarsi o accentrarsi, per aggiungersi a Mazzitelli e Harroui Gasperini invece modifica la squadra che ha vinto con il Sassuolo con Ederson (a Reggio Emilia entrato nella ripresa), che va in mezzo al fianco di De Roon: così è Koopmeiners ad avanzare subito alle spalle della coppia offensiva, ancora formata da Lookman e Zapata. Dunque De Ketelaere e Scamacca partono ancora dalla panchina.

PRIMO TEMPO — L’avvio del Frosinone è in fotocopia rispetto a quello di una settimana fa contro il Napoli ed è uguale anche il marcatore che apre la partita, stavolta dopo 5’. Romagnoli è la foto di una squadra che pressa altissimo, con aggressività, forza fisica e atletica: ruba palla a centrocampo a Lookman, con un blitz che diventa un suggerimento per Harroui che si trova quasi un’autostrada verso la porta e infila Musso, a difesa nerazzurra sbilanciata, ma anche svagata. Come si vedrà di nuovo neanche 20’ dopo, in occasione del raddoppio: su calcio piazzato decidono i due centrali difensivi, con opera di disturbo decisiva di Romagnoli e gol di scaltrezza di Monterisi, che brucia Koopmeiners e Zapata. E l’Atalanta? Neanche riordinando le idee trova mai davvero pericolosità, e dunque stavolta il Frosinone mantiene alta le linee del coraggio e dell’entusiasmo, senza accusare cali rispetto alla gara del debutto: al 17’ una buona combinazione Ederson-Koopmeiners trova Zappacosta che arriva in corsa sulla destra, ma tira altissimo; al 30’ ancora Zappacosta da centro area può mirare la porta, ma trova sulla sua strada il salvataggio provvidenziale di Monterisi. Nient’altro, anzi nel finale è ancora il Frosinone a impegnate due volte, seppur non grandi difficoltà, Musso, con tentativi di Baez e di Mazzitelli di testa.

SECONDO TEMPO — Gasperini si gioca subito De Ketelaere, al posto del deludente Lookman, e pure Zortea e quando sta per calare anche la carta Scamacca, al posto di Zapata, proprio il colombiano, al minuto 11, riapre la partita, ricevendo palla da Ederson e girandosi bene su Monterisi, per battere Cerofolini sul suo palo. L’Atalanta ha ben più di mezzora per cercare la rimonta, ma perde l’attimo per mettere con le spalle al muro il Frosinone, che accusa un inevitabile calo fisico, e consente alla squadra di Di Francesco di rifiatare. Le occasioni migliori sono comunque per la squadra di Gasperini, che almeno quattro volte potrebbe firmare il pareggio: con Scalvini (24’), non abbastanza killer su assist di Scamacca appena entrato; con un sinistro di De Ketelaere (30’); un colpo di testa di Scamacca, alto di pochissimo (39’) e al 42’ con un sinistro non abbastanza angolato di Koopmeiners, murato da Szyminski, entrato da poco al posto di Harroui, per saggia decisione di Di Francesco, che chiude con una difesa a cinque e quattro centrocampisti, chiudendo bene tutti gli spazi ai nerazzurri. E vanificando l’all in di Gasperini, che aveva speso anche Muriel, per un 3-4-3 con Koopmeiners mediano assieme a Ederson, De Roon arretrato sulla linea difensiva e il colombiano a sinistra nel tridente completato da Scamacca e De Ketelaere. Che a Gasperini servono presto al top della forma e spendibili da subito.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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26/08/2023 23:38

Colpani stende l'Empoli:
doppietta e primi 3 punti per il Monza



Il fantasista firma un gol-gioiello e raddoppia di testa.
Ancora una sconfitta per i toscani che sciupano diverse occasioni.
D'Ambrosio esce in barella


Matteo Brega

Un anno dopo l’ultima presenza allo stadio di Silvio Berlusconi (26 agosto 2022, Monza-Udinese) a celebrare l’occasione ci pensa Andrea Colpani, uno dei pupilli dell’ex presidente. Doppietta (un anno dopo anche dopo il suo primo gol in A) per regalare al Monza i primi tre punti del campionato contro l’Empoli che resta fermo a zero.

SOLO MONZA — Raffaele Palladino sceglie di adattare a sinistra Ciurria e lascia in panchina sia Kyriakopoulos sia Franco Carboni. Paolo Zanetti si presenta con il 4-2-3-1 con Haas e non Grassi davanti alla difesa. Trentaquattro secondi e Baldanzi si fa ammonire: sarà l’unico sussulto del primo tempo del gioiellino empolese. Il Monza imposta la partita come vuole e ci riesce. Possesso palla, ricerca della profondità con Mota prima punta e giocate rapide di Caprari e Colpani. Ciurria a sinistra non è Carlos Augusto ma è ficcante lo stesso. Dopo 9’ Cancellieri trova un diagonale largo di non molto. Ma è il tentativo isolato di un Empoli limitato. Merito del Monza. Dal 13’ iniziano le occasioni dei brianzoli. Prima Caprari fermato dal fuorigioco arriva davanti a Perisan, poi Mota di testa anticipa Ismajli e di testa spedisce fuori di poco. Al 20’ sontuosa traversa di Gagliardini con una sassata da lontano. Al 25’ Caldirola apre l’azione sulla sinistra con un tacco inatteso, libera la corsa di Ciurria che crossa al centro per Colpani il cui sinistro è fermato solo dall’intervento di Luperto. Poi ancora Mota, Colpani e Caprari: l’Empoli ha il fiatone. Al 45’ il gol del vantaggio brianzolo. Colpani controlla sul centrodestra, finta, si accentra sul sinistro e con il piede preferito scarica alle spalle di Perisan. La crescita del numero 28 è evidente ormai. E il primo tempo finisce qui. Dominio in pratica del Monza.

SHOW COLPANI — Il secondo tempo parte con Fazzini per Cancellieri e l’Empoli sistemato con il 4-3-3. La pressione toscana si fa sentire per una decina di minuti scarsi. Il tutto racchiuso in un minuto circa, il 4’, quando l’Empoli ha almeno tre occasioni. Prima Caputo si fa respingere da Di Gregorio, poi Birindelli salva su un tiro in mischia quindi arriva un tiro di Marin da lontano che scheggia la traversa grazie alla deviazione di Di Gregorio. Pressione infruttuosa, perché passano quattro minuti e il Monza raddoppia. Gagliardini apre, Ebuhei sbaglia l’intervento, la palla arriva a Ciurria che ha il tempo di scegliere come crossare e lo fa sulla testa di Colpani. Perisan non è perfetto e la palla entra in rete: prima doppietta in Serie A per il numero 28. La partita si spegne e i brianzoli potrebbero ampliare il margine con Caprari e Mota che avrebbero due buone occasioni per segnare. In tribuna accanto all’a.d. Adriano Galliani ci sono Paolo Berlusconi e Akpa Akpro, da ieri ufficialmente un nuovo giocatore del Monza in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio. Zanetti prova a riaprire la partita inserendo Shpendi e Piccoli riportando l’Empoli al 4-2-3-1. E intorno alla mezzora ci vuole un super Di Gregorio a respingere un destro di Haas e un ottimo Gagliardini ad anticipare Baldanzi sulla respinta. Un sussulto subito placato dalla ripartenza brianzola chiusa con un destro velenoso di Ciurria di poco largo dal limite. Nel finale grande azione in velocità chiusa dalla scivolata fuori di poco di Vignato subentrato pochi minuti prima. L’Empoli spreca anche nel finale: errore di Pablo Marì, Piccoli si invola e non trova nemmeno lo specchio della porta. Finisce così 2-0 per il Monza, apprensione per l’uscita in barella di D’Ambrosio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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26/08/2023 23:43

Pulisic ancora a segno,
Giroud ne fa due su rigore:
poker Milan al Torino



In gol anche Theo Hernandez, applaudito da tutto lo stadio al momento del cambio,
L'unico gol dei granata è di Schuurs


Marco Pasotto

Troppo Milan, se a funzionare nella stessa partita è sia il vecchio che il nuovo Diavolo. L’impasto gustoso tra chi è appena arrivato e chi c’era già si era intravisto anche a Bologna, ma stavolta ha permesso a Pioli di presentare un menù di altissima appetibilità che non ha praticamente permesso al Torino di sedersi a tavola.

I granata escono schiacciati sotto il peso massiccio di quattro gol e sono costretti ad assistere a un Milan che diverte e dà la nettissima sensazioni di divertirsi. Era da un (bel) po’ che in casa rossonera mancava questo genere di conforto. E tutto sotto gli occhi di Gerry Cardinale, che quest’anno pare non volersene perdere una. Il Milan ha comandato il match con Giroud, Theo e Leao (e pazienza se il gol deve ancora attendere), ma anche con Pulisic e Reijnders, e tutto sembra incastrarsi con grande naturalezza. Per merito della qualità di alcuni singoli e per merito delle novità tattiche di Pioli, ben trasmesse e ben recepite. Juric invece dovrà lavorare soprattutto per aumentare l’efficacia offensiva, che manca paradossalmente in misura maggiore rispetto a quella difensiva, nonostante la pesantezza del punteggio induca altri pensieri.

LE SCELTE — Pioli ha lasciato a casa anche stavolta tutti i giocatori – Caldara, Ballo-Touré, Saelemaekers, Origi e Traoré – che ballano tra uscite potenziali ed esuberi certificati, e ha confermato l’undici di Bologna. Quindi il Pu-Gi-Le – Pulisic, Giroud, Leao - in attacco e Loftus-Cheek, Krunic, Reijnders in mediana. Juric aveva due dubbi in settimana, sciolti in questo modo: Vojvoda preferito a Lazaro sulla fascia sinistra e Radonjic al posto di Karamoh accanto a Vlasic e a supporto di Sanabria. Il resto ha replicato l’undici disegnato col Cagliari, con Bellanova sulla corsia di Hernandez: binario dell’alta velocità andata-ritorno, in pura teoria, mentre la pratica è stata molto diversa perché il Milan ’23-24 usa i terzini come mediani aggiunti e le percussioni centrali di Theo sono state uno dei grimaldelli con cui il Diavolo ha perforato il Toro. Non è roba nuova, sono cose che Pioli chiede al francese da tempo. La novità semmai è la frequenza con cui succede e la specularità con il medesimo lavoro di Calabria. Volendo sintetizzare: in fase di possesso i terzini rossoneri si accentrano e alzano sulla linea mediana, mentre le mezzali si trasferiscono sulla trequarti. Movimenti che avevano dato risultati già a Bologna e sono deflagrati con potenza stavolta.

INSERIMENTI — Il Torino si è rintanato fin dai primi minuti sotto la pressione del Diavolo, nonostante un abbozzo di aggressività smarrita dopo un paio di giri di lancetta: troppo pericoloso andare in pressione alta di fronte ai guizzi di Pulisic – quasi una sentenza nell’uno contro uno – da una parte, quelli di Leao dall’altra, e gli inserimenti sempre intelligenti di Reijnders. Nel cuore del campo le coppie sono state evidenti ed “affiatate” fin da subito: Krunic-Vlasic, Reijnders-Ricci e Loftus-Cheek-Ilic. L’ha spuntata il Milan, soprattutto con il moto perpetuo di Reijnders che ha eliminato il fosforo di Ricci e asciugato i rifornimenti a Vlasic e Radonjic. Discorso a parte per Sanabria, con una serata nata sotto la cattiva stella e terminato dopo 22 minuti per un problema fisico. Al suo posto l’ex Pellegri. Il primo quarto d’ora è vissuto sotto le fiammate rossonere, che però sono state inconsistenti sotto porta: una girata di Giroud, una punizione di Hernandez. Tutto finito fuori, senza grandi emozioni. Il Toro ha provato sporadicamente a mettere fuori il naso, ma si è perso nell’ultimo terzo di campo. La sfida si è accesa davvero poco dopo la mezzora, quando il Milan è passato: Pulisic ha chiuso alla perfezione inserendosi sul secondo palo un’azione in profondità avviata da lui stesso e rifinita con saggezza da Loftus-Cheek. Verticalità: è il nuovo Milan, sì. Il Torino però ha avuto la prontezza di reagire subito – tre minuti dopo -, in pratica al primo vero tentativo: destro al volo “ciabattato” di Ricci che si è trasformato in un assist per Schuurs, lesto e abile a infilare Maignan. Il Toro però è rimasto in partita soltanto sei minuti, il tempo per il Var di richiamare Mariani al monitor per una mano di Schuurs in area. Rigore trasformato da Giroud, a cui si è aggiunto nel recupero il terzo gol rossonero in versione deluxe, con uno scavetto di Hernandez a tu per tu con Milinkovic dopo un doppio duetto con Leao.

DIALOGO — Nella ripresa Juric ha provato a rimediare, inserendo Linetty (Ilic), Karamoh (Radonjic) e Lazaro (Bellanova), ma la reazione è stata pressoché nulla di fronte a un Milan sempre più accerchiante e insistente. Loftus-Cheek si è fatto murare il destro da ottima posizione, Pulisic ha spedito in curva dopo un fitto dialogo con Leao e Giroud, e poi al minuto numero 18 è di nuovo entrato in scena il Var. Medesime modalità del primo tempo: Mariani al Var e secondo rigore per i rossoneri (Schuurs su Leao) messo a segno da Giroud. Quattro a uno e match in archivio. Il Toro resta inchiodato a un punto, il Milan rimane a punteggio pieno e ora l’asticella si impenna: Roma, Inter, Lazio, Juve e Napoli nelle prossime otto uscite.

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 26/08/2023 23:43]
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26/08/2023 23:48

Duda e Ngonge abbattono la Roma:
Verona a punteggio pieno, Mou fermo a 1



Aouar accorcia le distanze nel secondo tempo,
poi Pellegrini colpisce una traversa su punizione,
ma i veneti (in 10 per l'espulsione di Hien)
reggono all'assalto finale dei giallorossi


Andrea Pugliese

Ancora un passo falso, ancora nessuna vittoria per la Roma di Mourinho. Peggio, stavolta a Verona arriva anche una sconfitta per 2-1, seppur a conti fatti immeritata. I giallorossi chiudono infatti con 16 tiri a 4, 12 angoli (contro uno, al 101’, dell’Hellas), un possesso palla del 72% e due traverse (Cristante e Pellegrini). Ad esultare però alla fine è il Verona, che frutta al meglio le amnesie difensive giallorosse e punisce con Duda e Ngonge. Alla Roma non basta la rete di Aouar per cambiare la partita. Troppi errori, ad iniziare dall’utilizzo di Paredes, che la fase difensiva sembra essersela dimenticata da un po’. Per i veneti, invece, prestazione di spessore di Djuric e Ngonge, ma molto bene anche Hongla e Hien (fino al rosso).

HELLAS AVANTI — Mourinho rinuncia ad Aouar, per dare più consistenza al centrocampo inserendo Paredes al centro e spostando Cristante a mezzala. Baroni, invece, sceglie Djuric come riferimento offensivo, arretrando Ngonge sulla trequarti. Neanche il tempo di ragionare che il Verona è già avanti, con Duda che approfitta di una respinta difettosa di Rui Patricio su Terraciano e di una dormitona di Lllorente sulla ribattuta. Allora la Roma prova a riorganizzarsi, ma la mossa di mettere Paredes e Cristante insieme non paga: l’argentino è lento nei recuperi, l’azzurro da mezzala non si trova (ma è lui a sfiorare il pari al 10’, traversa di testa su angolo di Pellegrini). Dybala e Pellegrini provano ad inventare qualcosa (il capitano sfiora il pari da fuori), Belotti lotta ma invano e Zalewski calcia su Magnani a botta sicura quando il pari sembrava fatto. La Roma fa costantemente la partita, Doveri prima dà e poi toglie (fuorigioco iniziale di Dybala) un rigore per un presunto fallo di mano di Hongla (che in campo sembra un leone) e in pieno recupero arriva il 2-0 dei veneti: sbilanciamente generale della difesa, con Lllorente a vuoto e Hongla che beffa Smalling nell’uno contro uno.

PROVE DI RIPRESA — Nella ripresa Mourinho cambia tutto, mettendo dentro Aouar, Spinazzola ed El Shaarawy al posto di Llorente, Kristensen e Paredes e passando al 4-3-3. Dopo 4 minuti la Roma perde anche Zalewski (colpo al volto dopo uno scontro con Duda), ma in tre minuti crea le condizioni per riaprire la partita: Montipò prima si supera su El Shaarawy, poi dice no a Cristante ed infine esce a vuoto su Belotti in mischia, con Aouar che insacca il 2-1. Allora Baroni corre a ripari e mette più muscoli e corsa in mezzo con Serdar, per limitare le fonti di gioco avversarie, giocandosi poi anche la carta Bonazzoli per tenere alta la squadra e farla respirare. Ed infatti la Roma a conti fatti non costruisce più nulla. Poi però la partita può cambiare al 37’: rosso a Hien e traversa su punizione di Pellegrini. Gli ultimi brividi arrivano da un tiro di Cristante e da un colpo di testa di Aouar. Finisce così, con l’Hellas a far festa con la sua gente e la Roma a testa bassa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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28/08/2023 13:51

La Fiorentina va sul 2-0
ma si fa rimontare dal Lecce.
Krstovic firma il pari



I viola giocano un ottimo primo tempo e segnano con Gonzalez e Duncan,
nella ripresa si riscattano i giallorossi, in gol con Rafia e poi col montenegrino


Giovanni Sardelli

Un tempo a testa e pareggio come logica conseguenza. Fiorentina e Lecce impattano al Franchi dopo che nei primi 45 minuti i viola sembravano poter vincere facilmente con due gol segnati ed un palo colpito mentre la squadra di D'Aversa non trovava ritmo e risposte. La pareggia Krstovic ad un quarto d'ora dal termine, centravanti classe 2000 appena entrato, con un bel colpo di testa. Triplo esordio dal primo minuto in maglia viola per Christensen, Parisi e Beltran, nel Lecce Strefezza centravanti con Banda ed Almqvist ai lati. Giusto il tempo di iniziare che la Fiorentina al terzo va in vantaggio con la specialità della casa già vista nella prima a Genova: corner, colpo di testa di Gonzalez (toccato anche da Ramadani) e palla all'angolo con Falcone battuto. Logica l'insoddisfazione di D'Aversa che la situazione l'aveva a lungo studiata in allenamento. Il gol non placa la Viola che somiglia decisamente di più a quella di Genova rispetto alla squadra vista a Vienna. Beltran mostra lampi di classe nel controllo, nel dribbling come nel passaggio. Proprio da un suo taglio in verticale nasce il secondo gol con Arthur che completa l'azione perfetta crossando per Duncan: testa del centrocampista e raddoppio servito. Gol numero 4000 nella storia della Fiorentina. A due dal termine Fiorentina vicinissima al terzo gol con un'altra azione perfetta in verticale grazie a Nico che serve perfettamente ancora Duncan il cui sinistro al volo colpisce la base del palo a Falcone battuto.

REAZIONE LECCE — D'Aversa cambia ad inizio ripresa, dentro Dorgu e Kaba, fuori Gallo e Gonzalez con l'avanzamento di Rafia sulla trequarti. Mossa che regala immediatamente i frutti sperati con Arthur che perde il pallone e Rafia che fa partire un tiro perfetto sotto l'incrocio. Partita riaperta e Lecce che giustamente ci crede. Al 55' è Pongracic ad inserirsi centralmente, tiro fuori. Viola che arranca ed Italiano sbuffa preparando i primi cambi. Dentro Brekalo per uno spento Sottil e Nzola al posto di Beltran, applauditissimo. Poi dentro anche Mandragora fra i viola e Krstovic nel Lecce. Proprio il numero 9 appena entrato trova il pareggio con un bel colpo di testa su cross perfetto di Dorgu. Incredibile per quanto visto nel primo tempo ma nell'aria invece per come si è strutturato il secondo. Il Var toglie un rigore assegnato nel finale ai viola, il forcing degli uomini di Italiano, parsi anche piuttosto stanchi durante un secondo tempo mal giocato, non porta frutti. Finisce con la gioia dei tifosi salentini ed il rammarico degli oltre 30mila viola che speravano in un esordio casalingo decisamente differente. Adesso l'attenzione si sposta a giovedì, contro il Rapid Vienna la Fiorentina deve subito dare un segnale alla stagione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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28/08/2023 13:55

Juve, non basta il solito Vlahovic:
un bel Bologna si prende un punto

Nell'esordio casalingo del campionato la squadra di Allegri subisce la rete di Ferguson
poi recupera nella ripresa con l'attaccante serbo, alla seconda rete in due match


Filippo Cornacchia


Un’incornata di Dusan Vlahovic salva la Juventus ed evita ai bianconeri la sconfitta casalinga contro il Bologna. Il secondo centro in due partite del serbo – e sarebbero potuti essere tre (una rete contro i rossoblù è stata annullata dopo controllo al Var) – permette alla squadra di Massimiliano Allegri di pareggiare la rete iniziale del rossoblù Ferguson, che regala così il primo punto del campionato agli emiliani che però non cancella la rabbia per il rigore negato.

STADIUM GELATO — In partenza la Juventus negli uomini è più o meno la stessa del 3-0 di Udine. Eppure nel primo tempo ritmo e occasioni sono diverse. A parte una girata iniziale – e fuori misura – di Vlahovic, un diagonale deviato di Weah e una punizione laterale di Fagioli, è la squadra di Thiago Motta ad avere le chance migliori. Se Ndoye spreca la palla del possibile vantaggio (22’), due minuti dopo Ferguson non perdona e il Bologna gela i 38 mila dell’Allianz Stadium. Lo scozzese, liberato da un’ottima giocata di Zirkzee tra gli incerti Bremer e Alex Sandro, batte Perin. E sempre Ferguson, poco prima della mezzora, va vicinissimo al raddoppio.

POGBA&VLAHOVIC — E’ un’altra Juve nella ripresa. Chiesa guida la riscossa con uno strappo dei suoi sulla sinistra e dopo 7 minuti Vlahovic fa esultare lo Stadium con una girata ravvicinata. I festeggiamenti vengono, però, spenti dal Var che annulla la rete per un fuorigioco di Rabiot. Neanche un gran tiro di Weah sorprende il reattivo Skorupski. Così Allegri dopo una ventina di minuti si gioca la carta Pogba, al debutto stagionale e osannato dai tifosi bianconeri. Assieme al francese il tecnico livornese manda in campo anche Iling Jr. L’inglese rischia grosso in area su Ndoye, il Bologna reclama il rigore ma l’arbitro Di Bello lascia correre. Ma poi Iling Jr, servito in fascia da Pogba, si fa perdonare a dieci minuti dalla fine con un cross perfetto per la testa di Vlahovic, che incorna dove Skorupski non può arrivare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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28/08/2023 14:00

Retegui affonda la Lazio: vola il Genoa, Sarri perde ancora

Il bomber rossoblù trova il primo gol in Serie A e regala tre punti importanti a Gilardino.
Cadono ancora i biancocelesti, fermati dalla traversa colpita da Immobile nella ripresa


Nicola Berardino


La Lazio resta a zero. Contro il Genoa la squadra di Sarri bissa la sconfitta di Lecce. Il primo gol in A di Mateo Retegui al 16’ del primo tempo fissa il risultato. Vana e inconcludente la rincorsa dei biancocelesti, che scontano un approccio soft alla gara ma poi non riescono a trovare la spinta giusta per riacciuffare il risultato. Smuove la classifica con una vittoria preziosa il Genoa, che con tenacia e lucidità sa custodire il vantaggio. Così Gilardino può festeggiare il suo primo successo in A da allenatore.

SUBITO RETEGUI — Sarri, alla centesima gara da tecnico biancoceleste, inserisce Casale e il centrale è l’unica novità rispetto alla formazione di Lecce. In panchina Sepe, il nuovo secondo portiere, arrivato dalla Salernitana. Brucia ancora il 4-1 subito dalla Fiorentina, così Gilardino riassesta il Genoa passando alla difesa a quattro con Sabelli e Vazquez sulle corsie esterne. In mediana. spazio a Strootman. Nella trequarti, al fianco di Gudmundsson, c’è Malinoskyi al debutto in rossoblù. Prima della gara ricordato Vincenzo D’Amico, fantasista della Lazio scudetto del 1974, scomparso il primo luglio. Il Genoa si sgancia subito: colpo di testa di Retegui parato da Provedel. La Lazio scatta all’attacco puntando sul palleggio. Al 12’, incursione di Vazquez sulla sinistra: parabola a rientrare che timbra il palo. Quattro minuti dopo il Genoa passa con il primo gol in A di Retegui, pronto a insaccare sulla respinta di Provedel a una botta di Frendrup. La Lazio accusa il colpo, la squadra di Gilardino si mostra più agile nella manovra. Biancocelesti in difficoltà nelle verticalizzazioni. Alla mezz’ora proteste laziali per Immobile spintonato in area da Dragusin. La formazione di Sarri non riesce a trovare sbocchi a rete. Intervento di Bani su Zaccagni in area: Marinelli non riscontra irregolarità. Sei minuti di recupero. Tiro di Kamada deviato in angolo. Assedio laziale, ma il muro rossoblù regge. All’intervallo con l’1-0 per la squadra di Gilardino. Fischi dei tifosi laziali.

GENOA BLINDATO — Nella ripresa la Lazio prova a dare più intensità alla manovra. Tentativo di Zaccagni deviato in angolo. Martinez smanaccia una traiettoria calibrata di Luis Alberto. Aumenta la pressione biancoceleste. Ripartenza rossoblù: insidioso traversone di Frendrup non raccolto da Retegui. Replica la Lazio: pallonetto ravvicinato di Immobile che colpisce la traversa. Al 21’ Sarri fa entrare Luca Pellegrini, Vecino, e Isaksen al posto di Marusic, Kamada e Felipe Anderson. Triplo cambio anche nel Genoa: Ekuban, Thorsby ed Hefti rilevano Retegui, Strootman e Malinovskyi. La Lazio non trova il ritmo per rendere più profonda la manovra. Sarri sostituisce Cataldi con Castellanos: attacco a quattro punte. Dalla distanza ci prova Vecino: Martinez è di guardia. Ancora Vecino: capocciata fuori. Incornata di Castellanos a lato. GiIardino avvicenda Sabelli con Martin. Ekuban va vicino al raddoppio: fiondata a lato. Cinque minuti di recupero. Jagiello sostituisce Gudmundsson. Il Genoa è ormai blindato in copertura, ma non disdegna rilanci offensivi. Vincono i rossoblù. Lazio delusa e incredula fa i conti con la seconda sconfitta nei primi 180 minuti di campionato tra i fischi pungenti dell’Olimpico.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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29/08/2023 13:22

È già Napoli show con Osimhen e Di Lorenzo: 2-0 al Sassuolo

Raspadori colpisce un palo e sbaglia un rigore.
Rosso a Lopez per proteste nella ripresa.
Superiorità schiacciante dei campioni d'Italia


Maurizio Nicita


Buona la prima per Rudi Garcia al Maradona. Da avversario in francese non aveva mai vinto in questo stadio, ma ci riesce al primo tentativo con una prestazione convincente del suo Napoli che sembra aver ripreso il discorso da dove lo aveva interrotto in primavera. Gioco spumeggiante, un Osimhen che fa la differenza e altri protagonisti che stanno ritrovando la migliore condizione. E l’allenatore asseconda questa voglia di divertirsi dei suoi ragazzi proponendo nel finale un 4-2-4 con Simeone al fianco del cannoniere nigeriano. Troppo arrendevole un Sassuolo morbido e condizionato nella ripresa anche dall’espulsione di Maxime Lopez che decide di insultare l’arbitro e lasciare la partita. Sabato arriva la Lazio ferita di Sarri, vedremo se gli azzurri riusciranno a continuare il loro percorso netto.

SENZA KVARA — Garcia preferisce tenere con sé in panchina il georgiano non ancora al meglio della condizione. Al suo posto Raspadori che sfrutta ogni attimo per mettersi in evidenza e dopo un minuto colpisce un palo, a Consigli battuto, con un bell’inserimento da sinistra in mezzo per raccogliere l’ottimo suggerimento di capitan Di Lorenzo. Insomma il Napoli riparte dalle proprie certezze e il Sassuolo appare molle nei contrasti e nella prima mezz’ora soffre molto i campioni d’Italia. Soprattutto la catena di destra con Di Lorenzo e Politano crea continuamente difficoltà alla difesa emiliana. In una di queste situazioni Vina entra scomposto in area su Politano, appare abbastanza netto il fallo da rigore, non per Guia che deve essere richiamato dal var Chiffi per assegnare il tiro dagli undici metri. Sul dischetto si presenta Osimhen che con un potente destro incrociato porta a tre le sue reti in questo campionato e sono ben 20 nel 2023: nessuno meglio in Europa. Il Napoli si diverte in palleggio marcando una superiorità territoriale: qualche occasione ma non arriva il raddoppio. E nella seconda parte del tempo il Sassuolo prova ad alzare il baricentro ma senza trovare spazi nella difesa azzurra. Un colpo di testa di Tressoldi da angolo è l’unica volta in cui gli ospiti si avvicinano ai pali di Meret.

FUORI LOPEZ — A inizio ripresa Maxime Lopez si fa cacciare da Guia per aver usato qualche frase offensiva e particolarmente pesante nei confronti dell’arbitro che tira fuori direttamente il rosso, con il francese che non fa una piega e se ne va. L’episodio complica i piani a Dionisi. Il quale accelera i cambi e passa a un 4-4-1 per limitare i danni. Arriva anche il secondo rigore perché su angolo Erlic salta con un braccio alto e intercetta la traiettoria: stavolta Guia non ha dubbi. Osimhen cede il tiro a Raspadori, ma l’emozione per i vecchi compagni fa un brutto scherzo al bolognese che tira alto. Il Napoli non si scompone e continua a macinare gioco. Nel frattempo entra Kvaratskhelia e con uno slalom dei suoi confeziona un assist per Di Lorenzo che segna da attaccante vero. Il resto è accademia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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29/08/2023 13:27

Samardzic torna a brillare ma non basta: Dia riprende l'Udinese

Un punto a testa tra la Salernitana e i friulani al termine di una partita equilibrata.
Succede tutto nella ripresa: vantaggio ospite con il serbo, pareggio del bomber senegalese


Francesco Velluzzi


Serve una scossa decisa con i cambi alla Salernitana per evitare la sconfitta con l’Udinese al debutto all’Arechi, davanti al presidente della Regione Vincenzo De Luca, ma senza il suo presidente Danilo Iervolino, rimasto bloccato a Roma dal maltempo. E’ un pareggio (1-1) giusto perchè l’Udinese comincia e approccia meglio la partita, sfiora il vantaggio nel finale della prima frazione (grande Ochoa) e lo trova al 12’ della ripresa con l’uomo che deve trascinarla, Lazar Samardzic. Dopo il gol però si ferma, si perde, smette di giocare e subisce la rete del bomber Dia (16 gol nello scorso torneo) e le giocate del duo Candreva-Martegani che creano continua apprensione tra i bianconeri che, comunque, sembrano avere meno qualità rispetto alla passata stagione. Vista così, è logico pensare che entrambe le squadre quest’anno dovranno lottare e parecchio. Ma a Udine sono pronti a correre ai ripari con nuovi innesti (Pereyra, una punta e almeno un difensore)


PRIMO TEMPO — Dopo la consegna della targa a Gyomber che controlla Roma ha tagliato il traguardo delle 100 partite in maglia granata, si gioca. Per lui promozione in A e due salvezze. Un pilastro nella difesa a tre di Paolo Sousa, che schiera solo “vecchi” granata e nessuno dei nuovi, neppure l’atteso Legowski al quale viene preferito Bohinen. Scelta che inizialmente non sembra azzeccata perché il norvegese è lento, impacciato, sbaglia tanto. La partita comincia a farla l’Udinese. Sottil sceglie per le corse Ferreira e non Ebosele, e riconferma Kamara a sinistra. Samardzic c’è, ma si vede solo al 27’ quando la Salernitana perde una palla e lui ne semina due e va al tiro: deviato. Di calcio se ne vede poco, a parte qualche preziosismo del solito Candreva e di Dia che sulle spalle porta il 10. La Salernitana si accende solo dopo 30’, cioè dopo la sosta per bere. Bohinen, spinto dal tecnico che nel breve intervallo gli chiede di più, crea pericolo con un bel tiro a giro alto di poco. Ma proprio mentre la squadra di casa fa esaltare un po’ la sua curva(attacca lì) è l’Udinese che crea due palle gol: Su corner al 44’ Lucca svetta l’unica volta di testa, ma Ochoa è molto attento. Il portiere messicano è ancora più bravo quando al 47’ su un rimpallo di testa che favorisce Kabasele compie un’autentica prodezza evitando lo svantaggio.

EMOZIONI NELLA RIPRESA — I tecnici non cambiano. E non cambia neppure Ochoa che comincia il secondo tempo come aveva finito il primo: manda in angolo un siluro di Thauvin ben piazzato. Ma all’8’ Paulo Sousa prova a dare una scossa sostituendo Bohinen per il debuttante Martegani. La Salernitana è irriconoscibile rispetto alla trasferta di Roma: inconsistente, senza gamba e mai propositiva. L’Udinese becca qualche giallo, ma capisce che può affondare e al 12’ va in vantaggio. Avvia tutto Kamara, il cui lancio trova la testa di Lucca: ottima la sponda su Pirola per Samardzic che arriva indisturbato e colpisce col mancino. La reazione di Sousa è ancora nei cambi: dentro anche Bradaric e Cabral per gli spenti Mazzocchi e Botheim. Nessun cambio di modulo. Al 22’ i granata rischiano ancora: Samardzic di tacco libera Lovric che trova ancora reattivo Ochoa. Ma la Salernitana con i nuovi è un’altra. Ha un sussulto Kastanos e Silvestri blocca. Ma il portiere dei friulani non può nulla al 27’ sulla splendida azione che parte da Martegani: trova Candreva, che manda splendidamente a calciare Dia che sorprende il disattento Ferreira e pareggia. Ora la squadra di casa ci crede e infatti Silvestri è bravo su Martegani e ancora più bravo su Candreva, imbeccato dall’ottimo numero 7, mandando in angolo una gran botta. Ma è sempre protagonista il portiere dei friulani: prima con un’uscita avventata, poi blocca Cabral. Ci prova fino alla fine la squadra di Sousa, con quella di Sottil che è alle corde, ma non ci sono più guizzi e la gara finisce in parità. Giustamente.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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