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Campionato di calcio Serie A stagione 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:18
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22/11/2017 00:07

Inter-Atalanta 2-0: Icardi decide con una doppietta, Spalletti è secondo

Dopo un primo tempo equilibrato, il capitano trascina i suoi battendo due volte di testa Berisha.
Juventus sorpassata, adesso il Napoli è a soli 2 punti di distanza



Di testa, per avvicinarsi alla testa. Un bomber, per cominciare a crederci davvero. Due gol, per fare tredici (gol) in tredici (gare). Mauro Icardi, per piegare l’Atalanta, superare la Juve e restare in scia al Napoli. L’Inter passa un altro esame, dopo un tempo in cui gli ospiti fanno più palleggio, ma gli uomini di Spalletti non mollano di un centimetro: convinti, uniti, concentrati. Per tutto il resto c’è Maurito, il capitano, e la sua testa, che può "essere ferro" (primo gol di potenza) o "essere piuma" (secondo di tempismo e tocco). Non è solo Icardi, l’Inter: le statuette per i ruoli da non-protagonista vanno a D’Ambrosio e le sue scorribande sulla destra e a Skriniar e la sua applicazione sul Papu Gomez, uno che in teoria potrebbe metterlo in crisi con un altro passo (solo in teoria).

I GOL — La gara si decide a inizio secondo tempo, e si decide sulla destra: D’Ambrosio prima rimedia un fallo di Palomino con una sovrapposizione (la punizione di Candreva trova Icardi puntuale), poi al 15’ ruba palla nella metà campo avversaria, punta difensore e area, piazzando di sinistro un cioccolatino per il numero 9, che anticipa tutti. A vederla da Bergamo, la gara invece si decide a centro area, dove per due volte (e prima un altro paio, su cui sempre Icardi perdona), Palomino, Toloi e Masiello perdono misure e uomini. Si vanifica così un lavoro poco propositivo, ma che sembrava poter incartare l’Inter sottraendogli la palla.

LA TATTICA — Per un tempo, prima che Icardi decidesse che la gara doveva prendere altre strade, Inter e Atalanta infatti mettono in scena un clinic di disciplina tattica e pressing coordinato e convinto: movimenti puntuali e “teleguidati” del 4-2-3-1 spallettiano e del nuovo 3-4-3 di Gasp, con il Papu “falso nueve” (Ilicic e Kurtic sugli esterni). Lo spettacolo, a volerlo cercare, è nei movimenti difensivi, nelle coperture ai compagni, nei tentativi di “blitz”, spesso riusciti, per recuperare la palla su entrambi i fronti.

LA FIRMA — In fase offensiva si vede decisamente meno: un bel tocco d’esterno di Ilicic chiude un triangolo con Hateboer che entra in area e impegna Handanovic (16’), un bel lavoro fra scatto e forza fisica permette a Icardi di andare via a Palomino e presentarsi da Berisha, che gli para il tiro. Altro, pochino, ma si capisce che l’aria è cambiata già dopo 2’ della ripresa, quando Perisic fa una delle poche cose pericolose di una gara timida. Il resto è controllo nerazzurro, con Gagliardini a fare da diga, Santon a sostituire Nagatomo (senza spiccare né farlo rimpiangere), Spalletti a godersi una imbattibilità che continua e una squadra che porta ben visibile la sua firma, su ogni maglietta e su ogni porzione di campo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
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